Categories: Consigli Pratici

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Affitti brevi: cresce la cedolare secca

La cedolare secca al 26% si applicherà a tutti gli appartamenti in affitto breve, quando ce ne siano almeno due. Quindi, chi affitta un solo immobile non avrà l’aumento. Ma chi ne affitta più di uno subirà l’incremento di cinque punti su tutti, e non solo a partire dal secondo. È questo l’effetto pratico dell’articolo 18 del disegno di legge di Bilancio, che ritocca la disciplina fiscale sulle locazioni brevi.

Attualmente, gli affitti brevi possono beneficiare di una tassazione con cedolare secca al 21%. La cedolare secca è un regime facoltativo, legato al pagamento di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali (per la parte derivante dal reddito dell’immobile). In più, per i contratti sotto cedolare secca non andranno pagate l’imposta di registro e l’imposta di bollo, ordinariamente dovute per registrazioni, risoluzioni e proroghe dei contratti di locazione.

Dal 2024, la cedolare secca sugli affitti brevi passerà al 26% ma solo a partire dalla seconda casa. Cosicché chi ha un solo appartamento da affittare può continuare a farlo senza subire ulteriori aggravi fiscali. Questo è quanto emerge dal ddl di bilancio in approvazione in Parlamento.

Possono optare per il regime della cedolare secca le persone fisiche titolari del diritto di proprietà o del diritto reale di godimento (per esempio, usufrutto), che non locano l’immobile nell’esercizio di attività di impresa o di arti e professioni.

Al fine di combattere il rischio di evasione è confermata l’introduzione del Cin, il numero identificativo per le attività di locazione breve da utilizzare anche da parte di chi propone offerte locative su piattaforme on line.

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